aptenodytes forsteri

aptenodytes forsteri pinguino imperatore Sphenisciformes Spheniscidae
                                                                 
Aptenodytes forsteri: Pinguino imperatore - (descritto da George Robert Gray nel 1844, dopo la sua scoperta nei mari antartici), è il più grande degli uccelli appartenenti alla famiglia dei pinguini (Spheniscidae), insieme al pinguino reale (Aptenodytes patagonicus) appartiene al genere dei pinguini di grandi dimensioni (Aptenodytes), nessuno capace di volare ma tutti ottimi nuotatori.

Classificazione scientifica:
Regno: Animalia
Sottoregno: Eumetazoa
Ramo: Bilateria
Superphylum: Deuterostomia
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Sphenisciformes
Famiglia: Spheniscidae
Genere: Aptenodytes
Specie: Aptenodytes forsteri Gray, 1844

Il pinguino imperatore è alto in media 115 cm, per un peso compreso fra i 22 ed i 47 kg[1] a seconda della fase del ciclo riproduttivo in cui si trovano i pinguini imperatore tendono infatti a perdere peso durante l'incubazione dell'uovo e durante la cura dei piccoli. + la specie di pinguino più grande esistente.

La testa, il collo, il dorso e la parte dorsale delle ali sono nere, con l'approssimarsi del periodo della muta il colore tende a sbiadire verso il marrone. La parte ventrale e il lato interno delle ali sono di colore bianco. Nella zona auricolare presenta delle macchie arancioni tondeggianti che sfumano verso il bianco a mano a mano che si uniscono alla parte ventrale. Le zampe sono nere o comunque scure.

Il becco del pinguino imperatore è relativamente lungo e presenta la parte superiore di colore nero mentre quella inferiore è arancione, rosa o color lillà.

Non vi sono differenze di dimensione e di colore fra maschi e femmine mentre gli individui più giovani si distinguono per il becco più scuro ed una colorazione più chiara delle macchie auricolari e per il collo bianco.

I piccoli sono coperti di piume grigio-argentee con testa nera e zona oculare e auricolare bianca.

Il pinguino imperatore è la specie di pinguini che vive più a sud, i circa 400.000 esemplari vivono sui ghiacci nei Mari antartici in latitudini comprese fra i 66¦ e 78¦ S.

Il pinguino imperatore si riproduce sui ghiacci che circondano le coste fino a 18 km dalla costa, vi sono solo due colonie note che si riproducono a terra. Le colonie in riproduzione tendono a scegliere le zone ghiacciate che presentano dei rilievi in grado di proteggerli dal vento. Per nutrirsi, si spinge in mare aperto.

Il pinguino imperatore è un ottimo nuotatore, raggiunge in acqua velocità di 3,4 metri al secondo (12,2 km/h) e riesce ad immergersi fino a 400/450 m[1] di profondità rimanendo sott'acqua fino a 22 minuti, le immersioni medie dei pinguini sono effettuate fra i 150 e 200 m e durano tra i 3 e i 6 minuti. Non è noto quale sia il metodo di rilevamento delle prede alle alte profondità in assenza di luce.

La parte più consistente dell'alimentazione del pinguino imperatore è costituita da crostacei amfipodi e da krill, si nutrono inoltre di pesci (Gymnodraco acuticeps, Pleuragramma antarcticum, diversi Nototheniidae) e di cefalopodi (Psychroteuthis glacialis, Alluroteuthis antarcticus e Kondakovia longimana).

Tra marzo e aprile i pinguini imperatore si riuniscono in vaste colonie, nel corso della stagione riproduttiva sono monogami, benchÚ gli individui formino una coppia con un individuo diverso ogni anno uno studio ha rilevato che il 14,6% delle coppie si ricostituiscono l'anno successivo e il 4,9% per il terzo anno.

Le femmine tra maggio e giugno depongono un solo uovo di grosse dimensioni (460/470 grammi) che dopo poco tempo viene passato al maschio per la cova mentre la femmina ritorna ai suoi usuali territori di pesca. L'incubazione avviene nel pieno dell'inverno antartico quando la temperatura pu= scendere anche a -60 ¦C e con venti che possono raggiungere i 200 km/h, il maschio nasconde l'uovo sopra le sue zampe e lo protegge ricoprendolo con una sorta di tasca ventrale.
Durante la cova il maschio digiuna, il suo peso corporeo si riduce in maniera notevole, l'incubazione dura dai 62 ai 67 giorni. Se il piccolo nasce prima del ritorno della madre il maschio lo nutre con una sorta di secrezione gastrica biancastra, al rientro della madre il pinguino maschio torna a pescare e a nutrirsi, in assenza del padre la madre nutre il piccolo con pesce rigurgitato, il piccolo viene poi nutrito da entrambi i genitori fino all'indipendenza, ovvero intorno ai 4 mesi. I giovani pinguini si aggregano in gruppi detti crèche attendendo l'arrivo dei genitori che portano il cibo. I pinguini nutrono solo il loro piccolo, il riconoscimento avviene tramite una sorta di fischio modulato emesso dal piccolo e udibile a lunga distanza.

Una volta lasciata la colonia, pare che i pinguini si disperdano in mare aperto ma sono rari gli individui trovati più a nord di 60¦ di latitudine sud. Sono stati avvistati esemplari in Nuova Zelanda, nelle regioni più meridionali dell'America del Sud oltre alle isole subantartiche.

La specie non appare in generale in pericolo di estinzione, le stime del 1995 contano 195.400 coppie (tra i 400 000 e i 450 000 esemplari[1]) ed il numero appare stabile anche se vi sono colonie in declino come a Capo Crozier dove il numero è in diminuzione fin dagli anni settanta o a Punta Geologia (Terra di AdÚlie), tra il 1950 e il 1975 erano presenti 6.000 coppie circa, ridottosi a 2.500 coppie nel 1982.

I pinguini imperatori sono disturbati soprattutto dal sorvolo degli elicotteri sulle colonie di passaggio per il rifornimento alle basi scientifiche. Il surriscaldamento globale, inoltre, sta riducendo le aree ghiacciate anche in Antartide.